martedì 26 aprile 2011


 5×1000  al Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso
Cari amici, siamo alla resa dei conti anzi alla denuncia dei redditi, e per questo vi posso indicare cosa mettere nella casella del 5 per mille per il sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) come siamo noi. Per noi è un’occasione per poter avere ancora una volta il vostro aiuto. Se pensi che ciò che facciamo sia nobile e giusto, ma più che altro se credi in noi e in ciò che facciamo nell’interesse degli animali che soccorriamo e che aiutiamo, oltre al servizio che realizziamo (non a parole ma a fatti giorno e notte e tutti i giorni dell’anno), AIUTACI!! Il tuo contributo può sembrare piccolo ma per noi è vitale per poter continuare la nostra opera e garantire sempre l’aiuto ai nostri piccoli e grandi amici senza che nulla venga sprecato.
Con preghiera di divulgarlo quanto più possibile, ricorda di indicare nella tua dichiarazione dei redditi di devolvere il 5per mille al Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso



Basta indicare nella scheda del CUD per la scelta della destinazione del 5 per mille dell’IRPEF
il seguente CODICE FISCALE: 94120020360 nella casella per il sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, e firmare la preferenza sopra al codice fiscale ed in basso al foglio.
Se credi in noi, aiutaci a diffonderlo.


http://www.centrofaunaselvatica.it/

giovedì 14 aprile 2011


Non mi hanno mai interessato le cose materiali, se non quelle basilari. Quelle che nella nostra società sono considerate tali.
Cose che mi fanno stare meglio. Mi spiego: un tetto sulla testa, un pasto su cui contare, qualche risparmio per le emergenze. Una utilitaria con il motore che risponde al primo giro di chiave.
Lo shopping non è un hobby per me. Non è motivo di soddisfazione, non riempie lacune.
Apprezzo un buon libro, un vaso di fiori, buona musica. Il cinema o un concerto. Se mi serve una cosa e posso acquistarla lo faccio. Non mi interessa il cellulare all’ultimo grido, l’orologio di marca, la scarpa giusta. Non sono una tipa che veste griffato ma se voglio togliermi un piccolo sfizio posso farlo. Ogni due anni se capita un viaggetto all’estero ci sta. Per me l’importante non è esibire, mostrare o apparire. Per me importante è essere.
E sempre meno sono. Non posso essere me stessa.
Me stessa viene rifiutata, viene emarginata, viene schifata.
Vorrei sentirmi libera di vivere bene giorno dopo giorno in serenità. Poter arrivare stanca la sera dopo una giornata di lavoro, stanca ma almeno soddisfatta. Ma così non è.
Forse se fossi da sola mi sarei già decisa e avrei fatto il salto. La paura di deludere è grande e mi frena. Ma chi mi vuole bene dovrebbe volere il mio bene in fondo, no?
Non solo il bene fisico ma anche quello mentale. E’ un tutt’uno. Non sono due cose separate, l’uno è complementare e inseparabile dall’altro. Sempre di più quando le riserve sono finite. Quando si comincia a grattare il fondo e le unghie fanno male.
Colleghi? Superiori? In quasi 21 anni si sono dimostrati gretti, ipocriti, parziali, falsi e cattivi. Sembrano parole pesanti ma non è così. Ci ho riflettuto sopra e se la battuta viene facile: “si raccoglie quello che si semina” per me è stata una sequela di carestie. Apprezzata da esterni all’azienda, schiacciata da persone interne all’azienda.
I primi anni sono stati i più gratificanti, una dirigenza diversa, persone di una volta, tutte d’un pezzo quando dare la parola era firmare un contratto.
Veniva riconosciuto quanto fatto, ci stavano i cazziatoni come i complimenti. C’era il rispetto del padrone e del dipendente.
Il mio destino è fatto di incontri che però hanno avuto una fine. Gente che mi ha conosciuto e riconosciuto per quella che sono e che si è o licenziata o cambiato sede o andata (beata lei) in pensione.
Lo so, vivere è anche stare in equilibrio tra persone stronze. Ma, e ribadisco ma, se vincere è essere bravi a spalare più melma addosso, inventarsi cose, fare del male… beh è una gara nella quale perdo già alla partenza. Una gara a cui non voglio partecipare.
Ho pagato e pago la mia coerenza, la lealtà e l’essere onesti a ogni costo. La dignità non è un optional e l’umiltà è merce rara.
So da tempo che non vi è meritocrazia dove lavoro e la parità tra dipendente uomo e donna è una bella utopia, resta e resterà tale qui dove lavoro io e nella maggioranza dei luoghi di lavoro.
Il tempo passa e il mio cambiare atteggiamento di fronte ai problemi non ha sortito alcun effetto.
A questo punto sono io che devo cambiare, dare un taglio netto e devo raccogliere le forze che non sento per farlo, andare avanti controvento. Cresciuta con il senso del dovere e delle responsabilità prima ancora di imparare a giocare vorrei capire e sapere quando ho smesso di essere bambina perché, se magari riuscissi a fermare quel momento, isolarlo dalla mia infanzia che non ricordo forse, e ribadisco, forse riuscirei a dire basta e ad esigere rispetto.

 
Questo è un post che scrissi 4 anni fa. Corsi e ricorsi, non è cambiato nulla ma è cambiato molto. L’essere è divenire no?

venerdì 8 aprile 2011


Oggi ho visto il primo papavero della stagione, anzi due, erano vicini vicini. Belli e rossi splendevano accarezzati dai reaggi del sole. In una strada trafficata loro erano lì che si godevano il sole e la brezza della mattina. Siamo circondati da meraviglie silenziose piccole e grandi basta guardare non solo vedere.

POPPIE RED







 

mercoledì 6 aprile 2011

Spara alla figlia pugile: “Non deve più combattere”
La ragazza, colpita a mani e piedi, non potrà più salire sul ring

A poche ore dall'incontro che le avrebbe permesso di conquistare il terzo titolo mondiale di pugilato, suo padre le ha cancellato per sempre il suo sogno. Rola El-Halabi, libanese 26enne, non potrà più combattere. L'uomo è entrato nello spogliatoio di Berlino e le ha sparato alla mano, al ginocchio e a un piede, accecato dall'ossessione di controllare la figlia adottiva che stava fuggendo alle regole ferree del mondo musulmano in cui è cresciuta.
Alla base della tragedia vi sarebbe una storia d'amore tra la giovane e un uomo mai accettato dalla famiglia e in particolare dal padre. "Papà è entrato con la pistola - ha raccontato Rola al quotidiano Bild -. Immediatamente mi ha sparato alla mano destra da tre metri di distanza. Ho iniziato a urlare ma lui continuava a sparare".
L'uomo, che ha anche colpito due guardie di sicurezza, è stato arrestato. I feriti sono stati portati in un ospedale locale, dove sono stati sottoposti a intervento chirurgico. Secondo la polizia le loro ferite non sono tali da metterne in pericolo la vita.

Per la ragazza, comunque, la sentenza dei medici non lascia spazio a speranze. La ferita alla mano le impedirà di tornare sul ring. Rola El-Halabi ha vinto i titoli mondiali WIBF e WIBA nel 2009 e ha una record di 11-0 in carriera, con sei ko. La tragedia è avvenuta pochi minuti prima dell'incontro con la bosniaca Irma Balijagic Adler, per il titolo IBF peso piuma. Notizia tratta da www.tgcom.it

 
 E poi dovremmo festeggiare l’8 marzo?

martedì 5 aprile 2011


Aiuto... mi sta scomparendo il blog... Non ho più il titolo e la foto del gatto!