venerdì 5 novembre 2010



Veneto, gli alluvionati spalano fango Mentre a Napoli si fa la guerriglia




Ignorato dai politici, il Nord Est si rimbocca le maniche senza aspettarsi aiuti da Roma. Con il dubbio che il ricatto e la lamentela paghino



Sono un polentone bagnato appena uscito dalla fanghiglia che ha sommerso gli abitanti di Vicenza, Padova e dintorni causa l’esondazione del Bacchiglione. Migliaia gli sfollati e centinaia le famiglie trasferite nei palazzetti dello sport e arrangiate con le coperte lise dell’ultimo istante. Una silenziosa mobilitazione di persone vittime non solo di piogge cospicue, ma anche della tragica manipolazione umana del territorio e delle campagne, che si rifiutano di drenare gli acquazzoni. Una situazione drammatica dalla quale però non si è levato uno strillo. Non uno strepitio di folla che reclamava vitto e alloggio, imprecando contro lo Stato reo di averli abbandonati. Non una vedova in lacrime e litanie morbose. Non una rampogna contro gli amministratori locali e nazionali. Non un Matrix o un Porta a Porta o un approfondimento rosso. Eppure Bertolaso ha constatato dall’alto dell’elicottero la gravità della situazione con interi paesi come Caldogno sott’acqua e i conseguenti danni incalcolabili alle attività produttive.




Nonostante ciò, né un rappresentante del governo né dell’opposizione sono venuti in Veneto, impegnati come sono a disquisire su temi d’eccellenza come Ruby & C. Nessuno ha chiesto finanziamenti e nessuno men che meno li ha promessi. Il governatore ha timidamente accennato che serviranno denari per la ricostruzione: il veneto però non ama bussare ai palazzi romani per avere schei. Si vergona, arrossisce. Preferisce rimboccarsi le maniche, olio di gomito e giù a sgobbare per rimettere insieme i cocci della disperazione. Siamo così: un po’ tontoloni, ma grandi lavoratori. Dignitosissimi creduloni, ma non fessi, salvo non si tratti di qualche avvenente moldava. Diamo a Roma senza nulla pretendere. Loro ci pensano cornuti e mazziati, noi, invece, consapevoli della nostra poco corrisposta magnanimità, ci riteniamo «diversamente italiani».



Diversi da quei connazionali che strepitano da settimane fino ad arrivare alla guerriglia urbana perché non solo non si degnano di raccogliere in modo differenziato e civile la loro monnezza, ma non vogliono nemmeno smaltirla in casa propria. L’inceneritore di Padova invece riceve spazzatura campana, ma nessuno dei «diversamente italiani» si è mai sognato di andare in piazza a far baccano. È un modo diverso di essere italiani, prima ancora di tramutarsi goliardicamente in padani. È un modo diverso di rispettare lo Stato e la res publica. Un retaggio del Regno Lombardo-Veneto, un rigurgito della tanta polenta mangiata quando nel dopoguerra eravamo poveri e affamati. Le privazioni insegnano lo spirito di sacrificio e in Veneto abbiamo sempre battuto i denti per il freddo e la fame dall’epoca fascista fino al pentapartito. Poi, con il miracolo Nordest e Berlusconi, abbiamo iniziato ad avere qualche ministro e a toglierci qualche soddisfazione: il Mose a Venezia, il Passante di Mestre e addirittura la linea ferroviaria Venezia-Roma inclusa nella Tav.



Rimarremo sempre però degli inossidabili lavoratori che non amano chiedere perché siamo ingentiliti da quella nobile timidezza a sfondo evangelico che precetta di «non chiedere perché vi sarà dato». Nessuno però darà nulla ai veneti che assistono increduli a D’Alema che interrogherà il Cavaliere sulle sue sveltine, ma non si preoccupa di centinaia e centinaia di fabbriche in malora e di operai senza tetto. Al ministro dell’Interno che rassicura gli italiani sui destini di Ruby, ma non spende una parola per migliaia di padani sfollati.



Sul Veneto è calato il silenzio della politica a corto di moneta. Hanno ragione allora i napoletani a scatenare l’inferno a Terzigno: con il ricatto ottengono denari e promesse. Il premier corre a Napoli per rassicurarla e la monnezza in eccesso arriva a Padova. Il mio allenatore Mario diceva sempre: «È vent’anni che magno risi e bisi, perché me chiamate ancora terrone?». Forse ora l’ha capito anche lui...
 




Matteo Mion - Il Giornale 05 nov 2010

www.matteomion.com






14 commenti:

  1. quanta verità....... diversamente italiani, ha detto giusto !!!!!

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  2. L'unica pecca nell'articolo è non menzionare i gravi danni e sfollati nella provincia di Verona. A 10 km da casa mia ci sono 2.500 sfollati. Tieni conto che è una zona con molti piccoli imprenditori che danno lavoro...  E da un paio d'ore ha ricominciato a piovere :(

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  3. Avete ragione!
    Quel giuda di Fini sta alzando sto teatrino solo per poltrone e mazzette travestite da consulenze che a Roma tardano ad arrivare, dovrebbe dimettersi lui traditore dei valori del suo partito (e io non sono neanche di destra...). Vi sono vicina e contribuirò almeno tramite sms, un saluto solidale. 

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  4. Grazie di cuore per la tua obiettività e generosità!  :)

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  5. Ragazzi, ma voi davvero pensate che il Napoletano non fà la differenziata oppuere getta il sacchetto dalla finestra?

    Se la pensate cosi state davvero fuori strada !!!!

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  6. Quanto qualunquismo e generalizzazione in questo post...Ma d'altra parte è questo quello che si cerca di ottenere : la secessione, il sentirsi diversamente italiani...."Divide et impera" dicevano i latini ed è esattamente quello che stanno facendo questi qui...mi meravigllia che non ci si indigni allo stesso modo per l'incuiria e le false promesse fatte al Nord come al Sud ( per la spazzatura hai letto Gomorra di Saviano? Indovina un po' un bel po' di munnezza tra l'altro chimica e radioattiva da dove veniva?) , che non ci si indigni perchè oggi in Veneto state come sono stati a Sarno qualche anno fa , e qualcuno è ancora lì in un prefabbricato perchè la montagna è venuta giù e da allora non è stato faffo niente...non ci si indigna perchè al di là delle promesse in Abbruzzo ci sono migliaia di famiglie che si riapprestano a passare l'inverno in hotel, oppure in case che non sono loro, prigionieri di uno stato incurante...noi napoletani lo sappiamo : abbiamo avuto container per 15 anni dopo il terremoto...questo per dire che le parti andrebbero considerate diversamente : le persone, gli italiani usati e dimenticati ovunque e i politici. Ma ognuno è libero di pensarla come vuole anche se la inviterei volentieri da queste parti a farle vedere un po' di cose dimenticate e un po' di cose che non sono poi così come ve le raccontano...Ah il termovalorizzatore di Acerra non funziona, c'è stata solo un'inaugurazione e una gara d'appalto per licenziare i lavoratori locali ed affidare il tutto ad un'azienda lombarda : forse si sono subito napoletanizzati?

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  7. Mi scuso per un po' di refusi dovuti ad una tastiera inefficiente e malfunzionante...napoletana anche lei...

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  8. Logico che un singolo articolo non può sviscerare tutti i problemi.
    Vi sono dei dati di fatto, dei dati che parlano, anni in cui non cambia e non è cambiato nulla.
    Non capisco perchè a Napoli non si riesce a far partire e funzionare la raccolta differenziata. Vi sono paesi in provincia di Napoli che lo fanno da anni.

    Ragazzi io sono stufa di sentire parlare di "aiuti al sud" lo sento da quando sono nata, da quando sono nati i miei genitori....

    Basta assistenzialismo. Bisogna fare, lavorare e accettare anche di avere discariche o termovalorizzatori vicino a casa come accade al nord.

    Logico che devono essere salvaguardate le aree faunistiche eccetera. Giusto?

    Dove abito io si fa la raccolta differenziata dal 2000. Abbiamo raggiunto il 71%. Adesso vi farò incazzare ulteriormente. Ho dei vicini di casa brasiliani che si sono adeguati, dei rumeni che i sono adeguati. Nella mia via e in quella dei miei genitori gli unici che hanno dei sacchin eri sul balcone che spariscono (chissadove) nottetempo sono persone provenienti da: Napoli, Catanzaro e Bari. Mi dispiace ma questo è una mia personalissima statistica a cui assisto quotidianamente.

    Ci vuole poco ma ci vuole coscienza civica e civile. E non c'è.

    Aggiunto che ho dei carissimi amici di Reggio Calabria che lavorano di brutto e si guadagnano il pane quotidiano onestamente, rispettando le regole di vita comune.

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  9. AH... Aggiungo una cosa... proprio da ignorantona... esistendo già delle regioni a statuto speciale (e non tutte del nord) non vuole forse dire che alcune regioni hanno già il federalismo fiscale?

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  10. questo post è di una pochezza e di un qualunquismo disarmanti.
    Ma hai anche idee tue, oltre che un grappolo di luoghi comuni in testa?

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  11. io so che intanto il mose va avanti guardate questo link non mi pare proprio una sciocchezza... http://mediateca.consorziovenezianuova.com/
    Ancora li devo guardare tutti ma mi sembra davvero molto esaustivo...
    Ciao Claudio

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  12. È vero, il problema di chi vuole dividere.. O meglio, anche, ma il punto è che la coscienza civile della gente regola l'efficenza dell'amministrazione. E nessuno al Nord accetterebbe gli scempi tipo emergenza immondizia. Claudio solleva l'esempio del Mose. E fa bene! Sono un sacco di miliardi di commessa. Ma sono soldi che finiscono nelle tasche di lavoretori e imprese sul serio perchè i lavori si fanno eccome in Veneto. Non è che si stanziano soldi e poi questi puff...

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  13. Non posso che dirmi d'accordo. Il Sud non è come lo dipingono, non tutto almeno e certo molti ci marciano sulla divisione Nord Sud, ma è un fatto che in Veneto si faccia il passante, si costruisca il Mose e sia partita la strada pedemontana Veneta. Infrastrutture che vengono costruite sul serio... E che infrastrutture, tra l'altro. Il Mose è un progetto gigantesco, degno delle coste olandesi. Vi segnalo questa intervista su you tube, oltre alla mediateca proposta da Claudio per chi, stufo della politica, volese anche un pò di sostanza.
    http://www.youtube.com/watch?v=wAxJe0bCMbk&context=C36de425ADOEgsToPDskKPfKs6D8slwTRFOmZ3vV6w

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