mercoledì 17 dicembre 2008


Una tata indiana è diventata l'ultima mamma eroica di Gerusalemme

Il suo nome finirà in una targa nel viale dei Giusti al memoriale Yad Vashem di Gerusalemme. Ogni albero porta il nome di un non ebreo che ha salvato vite ebraiche durante l'Olocausto. Sandra Samuel però non vuole essere chiamata "eroina". "Sono anche una madre: c'è qualcuno che in quel momento pensa di morire quando c'è un bambino così prezioso?". A rischio della propria vita, Sandra ha salvato Moshe Holtzberg dalla furia dei terroristi islamici che a Mumbai hanno trucidato gli israeliani che gestivano un centro lubavitch. I genitori di Moshe, Gavriel e Rivka Holtzberg, sono stati torturati e giustiziati. Lei era incinta. Ieri la notizia che Sandra sarà insignita del titolo di "Giusta fra le nazioni", prima indiana al fianco di nomi quali Oscar Schindler, il francescano Maximilian Kolbe e l'italiano Giorgio Perlasca.
Quando i terroristi sono entrati alla Nariman House di Mumbai, Sandra era nascosta in una stanza con un inserviente, vi passò tutta la sera, poi quelle grida, "Sandra, Sandra", era Moshe che la chiamava. Sandra ha seguito la voce, poteva mettersi in salvo, invece è rimasta. L'altro dipendente ha cercato di dissuaderla, ma Sandra è uscita dal nascondiglio, al piano di sopra ha trovato Moshe fra quattro cadaveri e in una pozza di sangue. Il bambino stringeva un peluche. I terroristi le hanno sparato dal tetto quando Sandra è corsa fuori con Moshe. "Non un colpo, o venti, ma centinaia di proiettili". Il giorno dopo Moshe ha compiuto due anni. E' il simbolo vivente dell'eccidio degli ebrei di Mumbai. Doveva morire per mano di gente che a Kabul ha riempito di tritolo carretti di dolci per bambini e in Iraq i bambini li ha legati nei sedili delle auto per superare i checkpoint e farsi saltare in aria con loro. Sandra non ha passaporto israeliano, le è stato procurato un visto tramite i buoni uffici del rabbino Yitzchak David Grossman, un prozio di Moshe, fondatore dell'orfanatrofio più grande di Israele, il Migdal Ohr.
"Sandra è luce nelle tenebre", dicono i fedeli lubavitcher in Israele. Lei ha raccontato alla Cnn quanto accadde al centro ebraico. Si pente per non aver fatto ancora di più per gli Holtzberg. "Ancora oggi penso che avrei dovuto mandare il bambino e fare qualcosa per il rabbino e sua moglie". Come recita la tradizione ebraica, "Al mondo esistono sempre trentasei giusti; loro non sanno di esserlo e nessuno sa chi sono; ma quando il male sembra prevalere, essi si oppongono. E questo è uno dei motivi per cui Dio non distrugge il mondo". Il suo albero a Gerusalemme affiancherà quello di Sempo Sugihara, il console giapponese in Lituania che stampò visti per salvare dai nazisti seimila ebrei e morirà in miseria; di Raul Wallemberg, lo svedese che salvò oltre tremila ebrei ungheresi e scomparve in un gulag russo; della contessa tedesca Maria Helena Francoise Isabel von Maltzan, che nascose, nutrì e curò oltre 60 ebrei in casa propria a Berlino.
Mentre le sale cinematografiche si stanno riempiendo di pellicole sui bambini ebrei nei campi di concentramento, non commuove l'opinione pubblica occidentale la sorte di questo piccolo ebreo vivo, Moshe Holtzberg, orfano la cui sola colpa è appartenere a un'antica dinastia vittima di persecuzioni. Israele onora intanto con la più grande delle onoreficenze una tata indiana che ha rischiato di essere falcidiata per salvare un bambino dalla sorte segnata. Sandra è una donna dall'aspetto fragile e minuto, ma il suo gesto è eterno come il carrubo, l'albero del viale dei Giusti.

Giulio Meotti su Il Foglio di giovedì  11 dicembre 2008

5 commenti:

  1. Israele non dimentica, e i valori sono più della nazionalità.
    Dovrebbero ben impararlo tutti quelli che si riempiono la bocca di strafalcioni perché fa "grande", ma non sanno di niente, e non fanno altro che parlare!

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  2. Un'altro sterminio di Ebrei. Sono felice per la vita del piccolo Moshe, ma distrutto per l'indifferenza diffusa nei confronti della morte degli altri suoi cari. Andando avanti così temp che non sia finita. Che mondo schifoso. Arrigo

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  3. I proverbi non mi sono simpatici, ma stavolta pare proprio che piova sul bagnato. Simpatica notizia di stamane, da TGCOM:
    "Hamas: "Tregua con Israele finita"
    "Da domani rispondiamo ad aggressioni"
    Il movimento islamico Hamas ha dichiarato la fine del cessate-il-fuoco con Israele nella Striscia di Gaza. "La tregua finisce domani" ha detto Fawzi Barhum, un portavoce del gruppo a Gaza. "La nostra posizione è contraria alla sua estensione". "Sarà nostro diritto - ha aggiunto - rispondere ad ogni aggressione israeliana contro il nostro popolo".

    "Israele sarà pienamente responsabile delle conseguenze. Le nostre azioni - ha detto ancora il portavoce di Hamas - dipenderanno dalla situazione sul terreno". Barhum ha spiegato che c'è un clima di mobilitazione fra le varie milizie palestinesi di Gaza "che sono pronte ad assumersi le proprie responsabilità per proteggere il popolo palestinese e misurarsi con ogni aggressione israeliana".
    Barhum ha detto anche che allo stato attuale non ci sono contatti diplomatici fra Hamas e i dirigenti egiziani per un prolungamento della tregua." Aggiugo - perchè l'ho sentito a RADIO24 alla guida della mia auto, mezz'ora fa - che per festeggiare sono stati lanciati due bei razzi Katiusha. Stavolta non hanno fatto vittime, ma ..... siamo alle solite. Arrigo

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