lunedì 21 novembre 2005

Cina: portata viva a cremazione
Becchini notano le lacrime: salva
Stava rischiando di fare una fine orribile a causa della povertà della sua famiglia. In Cina, una contadina di 47 colpita da emorragia cerebrale, è stata portata viva alla cremazione perché i parenti non avevano i soldi per curarla. La donna è stata salvata in extremis dai becchini che hanno notato le lacrime che si stavano formando. "Non avevamo scelta" si sono difesi i parenti della donna.
Il fatto è avvenuto nei pressi della città di Taizhou nella provincia orientale dello Zhejiang, una delle più ricche del paese ed è stato riportato dal Quotidiano della Gioventù di Pechino.  In un giorno la donna e il marito, lavorando entrambi, guadagnano circa cinque euro.
L'episodio è l'ultimo di una serie di casi tragici denunciati dalla stampa cinese che ruotano intorno all'inefficienza e alla spietatezza di un sistema sanitario basato esclusivamente sul profitto. Secondo Cheng Shi Da, direttore di un locale istituto di ricerca sulle condizioni dei lavoratori, solo l'uno per cento degli immigrati ha una qualche forma di assistenza sanitaria. Altri episodi analoghi si erano verificati nei mesi scorsi: in agosto, un malato di cancro si era fatto saltare in aria su un autobus nella provincia del Fujian, uccidendo se stesso e un altro passeggero. Poco dopo, nel Guanxi, una guardiano notturno si era suicidato gettandosi dalla finestra dell'ospedale dove era ricoverato: l'uomo non era grado di pagare il conto delle cure ricevute per le ferite che si era procurato bloccando un rapinatore.
  notizia tratta dal sito tgcom 

3 commenti:

  1. Sul post precedente. Sinceramente a me non sembra che il sindaco abbia tutti i torti. "Martiri" sono semmai i civili innocenti che muoiono in guerra. Non mi sembra che sia una parola adatta a dei soldati volontari che hanno accettato, anche a fronte di uno stipendio più che adeguato, di andare a fare il mestiere della guerra in un paese militarmente occupato, accettando con professionalità i rischi che questo comportava. Uno di questi rischi era quello di rimanere vittima di un'offensiva militare (non so se sia corretto definirlo attacco terroristico: di solito si parla di terrorismo quando le vittime sono civili ed estranee al conflitto. O almeno un tempo era così). Ho letto che hai cancellato un commento di Claudia, che non ho fatto in tempo a leggere. Ma hai scritto anche che eri disposta a parlarne. Per questo mi permetto di esprimere i miei dubbi. Per concludere, anche Arafat forse lo lascerei perdere. Ha certamente compiuto molti atti controversi. Però va anche detto che se si intitolano strade a Rabin, un generale militarista convinto che si è poi convertito (e a che prezzo) alle ragioni della pace, forse ci si potrebbe pensare. Ciao, Chiara

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  2. Chiara è ben accetto il tuo commento, non accetto che si scriva che "sono morti in modo cretino"
    questo no, per rispetto loro e dei parenti.

    I ns. soldati sono arrivati a offensive e guerra conclusa. Non sono e non erano lì nè per bombardare (come nel kosovo con il governo precedente) ne' per altro.
    Sono lì, come in altre 25 missioni nel mondo. COstruiscono ospedali, impianti di dolcifiatori per acqua, hanno vaccinato non so quanti bambini... insomma logico sono soldati, soldati in operazione di peacekeeping... per te non è diverso, per me si.
    Le soldato donne italiane permettono alle donne irachene di esere visitate e curate. PUrtroppo la loro religione non permette che uomini le tocchino.

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  3. Meno male che dopo lo sbadoing non mi hanno data per morta!!!

    OT: sì, scelte... (la prima fila... bacioni;)***

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