mercoledì 24 agosto 2005

Della serie: piangersi addosso. Mi ha molto urtato leggere questo suo “sfogo” a cui i media danno anche eco. Facile nel nostro paese fare la parte della vittima. Ne faccio un piccolo post perché, sono sincera, a me lei non è mai piaciuta e con questa ultima sortita non fa che confermare quello che penso di lei.  Non è mai piaciuta perché quando parlava della parte nel film di “james bond” sembrava che facesse chissà che cosa, si atteggiava eccetera e la facevano fuori appena iniziato il film.
Non ti puoi atteggiare se non hai la stoffa. Parla male, ha una voce né bella né particolare, ride come una foca, ha sempre la stessa espressione con la differenza dei capelli ricci o lisci. Se volesse provarci sul serio studierebbe, si applicherebbe dimostrerebbe che ha del talento. No più facile fare la piagnona. Gridare allo scandalo in questo paese così cattivo con i meridionali. 
Ci sono molte attrici famose si in Italia che all’estero e sono meridionali come lei, tettone come lei e lavorano. Come mai lei no? Forse le manca l’umiltà e poi magari riconoscere i difetti che la danneggiano e applicarsi per migliorare? 
Qualche tempo fa ho visto una trasmissione che faceva vedere i provini dei vip’sss e, purtroppo per lei, da allora sarà anche migliorata esteticamente (questione di gusti) ma la dizione… no comment!!! Perfino

la Marini è migliorata in confronto. 
Non arrabbiarti Cucinotta, le critiche portano a domandarsi se c’è qualcosa che non va e a tirarsi su le maniche. Quanta pubblicità le arriverà con questo metodo? Fatalità questa intervista alla vigilia della mostra di Venezia dove lei ha prodotto un film.

 Cucinotta: “io vittima del razzismo”
L'attrice si sfoga su Vanity Fair 
"Dopo il successo del Postino, non mi chiamava più nessuno". La bella attrice scoperta da Troisi vuota il sacco su "Vanity Fair" e si toglie qualche sassolino nella scarpa parlando delle traversie attraversate nei primi anni di carriera. "Ero terrona, tettona e non avevo studiato recitazione", dice

la Cucinotta che sarà presente a Venezia nelle vesti di produttrice del film "All the Invisible Chidren".
Perché dopo "Il Postino" se ne andò in America, chiede il settimanale. "Perchè in Italia non mi facevano lavorare - afferma Maria Grazia - Tornata dall'Oscar, pensavo che sarei stata sommersa dalle proposte. Invece niente, non mi chiamava nessuno". L'attrice 37enne,  sposata con l'imprenditore Giulio Violati e mamma di una bimba di quattro anni, sottolinea il "razzismo" del quale sarebbe stata vittima: "Appena aprivo bocca - dice - mi facevano il verso per l'accento, dicevano che ero stata miracolata da Troisi. Invece io avevo fatto la mia gavetta, anche se venivo dalla televisione".
Un riferimento anche a Sophia Loren, cui molti la paragonavano a inizio carriera: "Erano altri tempi - afferma

la Cucinotta - e, soprattutto, lei aveva un produttore alle spalle (il marito Carlo Ponti, ndr) che l'ha saputa costruire come un personaggio. Io non ho mai frequentato i giri del cinema, né registi, né produttori". Nell'intervista a "Vanity Fair" l'attrice si lascia andare anche a qualche riferimento alla sua vita sentimentale: "Io sono una passionale: se mi dovessi innamorare di un altro, non mi fermerebbe nulla. Mio marito è della stessa opinione. Siamo sposati da 10 anni, con un accordo: nel momento in cui il nostro cuore batterà per un altro, chiuderemo. Io piangerò o lui piangerà, pazienza. Ma non vivremo nell'ipocrisia".
Prossimo impegno professionale per Maria Grazia sarà al Lido di Venezia dove presenterà fuori concorso "All the Invisible Chidren", il film che ha appena prodotto, composto da sette episodi, tutte storie di bambini, firmati da registi di fama mondiale: Emir Kusturica, Spike Lee, Ridley Scott, John Woo, Kàtia Lund, Mehdi Charef e l'italiano Stefano Veneruso.
 


1 commento:

  1. la penso come te, ma come venderebbero i giornali senza queste idiozie? che può dire la cucinotta?

    RispondiElimina