venerdì 29 luglio 2005

Preziosi: prima distrugge il Como, ora il Genova.


Ricordo ai più giovani che per una "presunta" telefonata l'Hellas Verona fu multato e retrocesso.

giovedì 28 luglio 2005

Questi due giorni saranno i più difficili della settimana. Sono da sola in ufficio con Ascella. Dovrei spiegare perchè saranno due giorni difficili... ma ci vorrebbero circa 1.000/1.500 parole solo per arrivare vicino all'essenza e alle problematiche che mi tocca sopportare ogni giorno dall'uomo allergico al sapone.

lunedì 25 luglio 2005

Rientro in ufficio dopo una settimana:
Ascella ha il naso che fischia... ho già spruzzato oust due volte... non copre gli odori li elimina... ma Ascella è ancora qua!!!

sabato 23 luglio 2005

- "Voglio sapere cosa c'è dietro a tutto questo".
- "E' semplice. Odio e vendetta".
- "Vendetta per che cosa,
 esattamente?".
-
Il fallimento del mondo musulmano... la mancata costruzione di uno Stato efficiente in Palestina, la fallita jihad in Bosnia, il crollo del regime islamico in Afghanistan, la sconfitta in Iraq. Scelga lei. Le cause non mancano di certo. Devono farsi valere, e il terrorismo è l'unico modo possibile.
Rebus  di  Henry Porter

giovedì 21 luglio 2005

Ancora attentati terroristici a Londra.


Oriana Fallaci Docet, sempre troppo tardi quando qualcuno le darà retta.

Comprendo ogni giorno di più quelli che fanno fuori i vicini. Sono solidale con loro.

L'educazione non è un optional...

sabato 16 luglio 2005

Figli dell’11 settembre
Negli scritti di molti editorialisti si nota un “riposizionamento”. Ma se avessero avuto, come me, una figlia sfuggita per puro caso agli attacchi dell’11 settembre, forse le loro argomentazioni sull’Islam sarebbero altrimenti orientate. Siamo in guerra, un conflitto non provocato.
E non si può continuare a segare il ramo dove si è comodamente seduti.
Giorgio Penna. 



Lettere su Panorama di questa settimana.

mercoledì 13 luglio 2005


... e mi basterebbe arrivare abbastanza integra a fine settimana, arrivare a poter tirare un bel respiro e sapere che per sette giorni  sarò fuori da queste mura. Per rinchiudermi in altre magari. Ma libera. Senza orologio, senza scadenze, senza pensieri lavorativi. Senza colleghi meschini, senza capi parziali. E mi basterebbe proprio essere a casa rilassata con un bel temporale, l'acqua che profuma l'aere, stare sul lettone avvinghiata a te  ah... quel giorno lì sei via... vabbè... si insomma... mi basterebbe che ci fosse  qualcosa di decente in tv!

sabato 9 luglio 2005

Siamo tutti israeliani.
No, non siamo tutti londinesi, non siamo tutti madrileni, non siamo tutti newyorkesi.
Siamo tutti israeliani.
Perchè siamo attaccati come loro, perchè siamo disprezzati come loro, perchè siamo considerati infedeli come loro. Perchè ora viaggiando, andando al lavoro, non siamo più al sicuro, e loro gli israeliani non sono più così lontani ma sono vicini, perchè respiriamo la loro stessa coraggiosa voglia di alzarsi al mattino, di andare in un ristorante, di prendere un treno, di salire su un autobus come ogni maledetto normale giorno. Ma è questo che loro vogliono, toglierci la normalità, la libertà. Loro non vogliono l'uguaglianza. Non vogliono la vita. Non vogliono la libertà di esprimere religione, sesso. Non vogliono. Hanno paura e capiscono solo una lingua. La violenza, la distruzione la morte. 

venerdì 8 luglio 2005

Ritorno alla normalità?


Orario Elastico mi ha chiesto: "per chiamare un numero che inizia per 800 (numero verde) devo fare il prefisso?"

martedì 5 luglio 2005

Sono avvilita. Non si può andare avanti in questa maniera. Il lavoro non è distribuito equamente, chi deve coordinare non sa nemmeno come viene svolto il lavoro negli uffici da chi viene svolto e con quale professionalità e/o impegno. Vorrei scrivere e buttare fuori tante cose che mi passano per la testa e che rimangono sepolte nel fegato... vorrei sputare un pò di veleno ma le cose non cambiano, nonostante tutti gli sforzi non vengo ascoltata, anzi mi viene risposto di non essere troppo fiscale salvo poi sbraitare se le cose non sono giuste. E' sempre peggio e fra un pò diventerò un automa, o peggio, diventerò come quelli che dicono fregatene. Io qua dentro ci passo la maggior parte della mia vita dunque non posso e non voglio fregarmene. E' da vigliacchi farlo. Non posso semplificare tutto nello stipendio a fine mese. La mia vita va oltre. Per ora. Fino a quando con le unghie vorrò tenermi fuori da questo ambiente, non voglio che come un virus risucchi anche me. Già sono cambiata troppo e a volte non mi riconosco più nello specchio che mi restituisce occhi sempre più disillusi e un sorriso che svanisce ogni giorno di più.

domenica 3 luglio 2005

Presa a sassate troupe di Italia 1
Documentava degrado spiagge campane

La corrispondente di Studio Aperto Bruna Varriale e due operatori (Nicola Ribatti e Antonio Pazzi) sono stati allontanati dalla spiaggia in cui stavano filmando immagini per un servizio sui litorali inquinati della Campania a sassate. Uno dei due operatori è stato colpito alla testa. Ai tre giornalisti è stata espressa la solidarietà dei Cdr del Gruppo Mediaset, di altre testate giornalistiche e di politici.

In particolare il coordinamento dei Cdr del Gruppo Mediaset, "condivide la preoccupazione per il criminoso episodio" di cui è stata vittima in Campania la troupe del tg diretto da Mario Giordano. "Alla corrispondente da Napoli Bruna Varriale e agli operatori Nicola Ribatti e Antonio Pazzi, questþultimo colpito con una pietra alla testa e ricoverato in ospedale - scrive il coordinamento dei Cdr Mediaset - va la massima solidarietà di tutti i colleghi".


Secondo Bruna Varriale a cui è andata meglio che al suo operatore, ma è stata ugualmente sfiorata da un'altra pietra, qualcuno era infastidito dal servizio sul degrado della spiaggia di San Giovanni a Teduccio che stava confezionando e "lo ha fatto capire nel modo peggiore". Il sindaco di Napoli ha espresso alla troupe "profonda solidarieta'". "Si tratta - dice - di una aggressione vile e odiosa e condanno con fermezza ogni tentativo di impedire con violenza la libertà di informazione". Solidarietà anche dal presidente del Consiglio regionale campano Sandra Lonardo.  notizia tratta da www.tgcom.it

venerdì 1 luglio 2005

6 ostaggi riconoscono Amahdinejad


Iran, ex colonnello: era proprio lui
Sono sei finora gli ostaggi dell'ambasciata americana a Teheran che hanno riconosciuto fra i loro sequestratori il neo-presidente iraniano Mahmud Amahdinejad. Ai cinque citati dal Washington Times si è aggiunto, infatti, Charles Chuck Scott, colonnello dell'esercito in pensione, che fu tra i 55 protagonisti di quel sequestro protrattosi per 444 giorni tra il 1979 e il 1980.
Secondo le ricostruzioni degli allora prigionieri non ci sono dubbi. Uno di quegli uomini che li tenne segregati è proprio il ex sindaco di Teheran.

I racconti
"Non appena ho visto la sua foto sul giornale ho riconosciuto quel bastardo" ha detto Charles Scott, 73 anni, colonnello a riposo dell'esercito, uno degli uomini che per 444 giorni rimase ostaggio del gruppo di studenti iraniani. "Era uno dei capi" ha aggiunto, "il nuovo presidente dell'Iran è un terrorista".
Anche un altro militare ora a riposo, il capitano della marina Donald Sharer, ha ricordato Ahmadinejad come un "crudele integralista". "Sono certo che fosse uno di quelli che facevano le domande" ha detto Sharer, 64 anni, che ha raccontato di essere stato interrogato da Ahmadinejad, ma di non ricordare su che cosa”. Kevin Hermening, uno dei marine di guardia all'ambasciata e ventenne all'epoca del sequestro, ha detto di aver parlato con Ahmadinejad appena dopo la presa dell'edificio. "Era lui che mi interrogò il giorno stesso in cui siamo stati presi in ostaggio. Voleva sapere le combinazioni delle casseforti e come aprire gli armadi blindati".

Ahmadinejad aveva 23 anni
All'epoca della vicenda che tenne il mondo con il fiato sospeso, Ahmadinejad, aveva solo 23 anni ed era uno studente all'università di Teheran. Ma era anche uno dei fondatori del movimento integralista studentesco che organizzò la presa di ostaggi. L'ufficio del presidente iraniano ha negato ogni sua partecipazione all'irruzione, ma non ha voluto dire se Ahmadinejad ebbe un ruolo nei 15 mesi successivi.

Cosa accadde in Iran
Nel novembre 1979 l'allora Scià Reza Palhevi va negli USA per sottoporsi a cure mediche. Ma un gruppo di fondamentalisti islamici iraniani prendono in ostaggio 66 impiegati dell’ambasciata americana a Teheran, chiedendo, in cambio della loro liberazione, le scuse ufficiali del governo americano per l'appoggio concesso allo Scià e la sua consegna alle autorità iraniane al fine di istruire un processo nei suoi confronti. Proprio in questa data l’Iran festeggia la cosiddetta rivoluzione islamica che portò al potere Ruollah Khomeini, il quale proclamò la nascita della Repubblica islamica iraniana.  notizia tratta da www.tgcom.it