giovedì 26 agosto 2004


Un carcerato italiano (perché di questo si tratta) continua, tranquillamente come se niente fosse, a "lanciare" segnali dal carcere. Dopo molti anni è ancora in cella, accusato di essere il mandante dell’omicidio di un commissario di Polizia, avvenuto molti anni fa a Milano. Scrive sul magazine politico-economico e di costume più letto del nostro Paese. E quello che ha scritto sul suicidio del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, lascia perplessi e senza parole. Ci descrive come un cittadino viene accolto in un carcere, e di come ppossa essere indotto al suicidio. Nessuno dubita della sua esperienza personale, ci mancherebbe. Quello che fa specie, comunque, è l’insostenibile ipocrisia di fondo che si coglie riga dopo riga, parola dopo parola. Se ai tempi dell’Ulivo i suoi compagni lo hanno lasciato in carcere, un motivo ci deve pur essere. E forse sui libri di storia non leggeremo mai (sempre per merito dei suoi compagni) quello che veramente è stato il motivo scatenante della decisione di assassinare un commissario di Polizia, reo solo di fare il proprio dovere. Le pallottole che hanno raggiunto quel commissario erano tante. E quando un corpo senza vita viene portato dal patologo legale per una autopsia, la destituzione, la spoliazione e la degradazione sono solo parole che lasciano il tempo che trovano. Il patologo legale deve fare il proprio mestiere. Lui non guarda chi c’è sul tavolo di acciaio sotto le luci al neon del suo obitorio. Lì, in quelle stanze buie e asettiche, nessuno ha pietà di niente. I bisturi e le seghe Striker fanno il proprio lavoro: tagliano senza esitazione, guidati da mani esperte che conoscono, ormai, ogni segreto del corpo umano. Nessuno chiede il nome: basta leggere il cartellino attaccato all’alluce dell’ospite di turno. Macabro? Forse. Un fin dei conti è un lavoro come gli altri. I cadaveri non si lamentano, aspettano tranquilli il loro turno. Freddo o caldo, non ha nessuna importanza. Il patologo deve solo cercare la causa che ha portato quel cadavere sul suo tavolo e stilare alla fine un rapporto che sia leggibile senza tanti giri di parole. Se il corpo in questione è di un commissario di Polizia, ligio al proprio dovere e buon padre di famiglia, questo è solo un dettaglio. Gli anni passano, resta solo un lapide dove ogni tanto andare a portare dei fiori. Ma quel carcerato che ogni settimana ci "insegna" qualcosa dal carcere, almeno è ancora vivo. Non si è mai pentito, non ha mai chiesto la grazia a nessuno, non ha mai chiesto il perdono della famiglia. Orgoglio? Chissà. Convinzione di essere nel giusto? Tutti i gradi di giudizio sembrano non dimostrarlo. Passerò forse per un pazzo, uno che non ha capito niente di questa storia. Può essere. Sicuramente. Penso solo alla famiglia del commissario di Polizia che in tutti questi anni ha dovuto "subire" gli insegnamenti di questo custode della verità. Il dolore ha lasciato il posto alla compassione che con il tempo si è trasformata in abitudine. Ci si abitua a tutto. Quando si muore si diventa nulla.


Caro Rael, scrivi troppo poco, dovresti riaprire il blog e aggiornarlo con questi tuoi blitz creativi.

11 commenti:

  1. In riferimento al tuo commento sul mio post relativo all'articolo del giornale Libero dirti che le scelte di Baldoni possono anche essere discutibili ma penso che il sarcarmo, fatto da uno che se ne stà comodamente seduto su una poltrona a servire il suo padrone, sulla pelle di uno che la pelle la stà rischiando sia proprio fuori luogo. Meglio era aspettare il termine delle vicenda e poi fare polemiche. Sono i due pesi e due misure che mi stanno sulle palle. Erano forse più furbi gli Agliana e compagnia? Per loro, un pochettino destrosetti, non c'è stato il medesimo sarcasmo e livore. Qui si butta sempre tutto in politica senza pensare che dietro le vicende ci sono uomini con i loro pregi, i loro diffetti e le loro debolezze. Ho trepidato per la loro sorte, non vedo perchè non devo fare lo stesso per quella di Baldoni.

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  2. ...purtroppo mi/ci siamo accorti da un pò di tempo in che paese viviamo...porto un esempio banale, la deprimente e disgustante, per me, vicenda calcio scommesse, i preamboli, le ipotesi, la tesi finale, altri esempi ci appaiono ogni giorno sotto gli occhi ...e questa sarebbe l'italia, in minuscolo, dei valori??? e ci perdo anche del tempo a cercarle di capire 'ste cose...mah...

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  3. Ci stai tu seduto in poltrona...Feltri è un combattente !
    Il post di Endor sul tuo sito è onesto e logico e mi trova perfettamente d'accordo.
    Ricordati che questo cretino sta creando un sacco di problemi a tutto il nostro paese.
    Se faceva l'intervista incassava solo lui, ora crea solo problemi a tutta l'Italia, cioè a gente che lavora sul serio (come Feltri o me...)

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  4. Non ho capito se sei tu l'autore di questo post, clio.
    Come sai la vediamo in modo simile su molte cose, cara amica, mentre la nostra opinione resta diversa su poche altre, tra cui, appunto, la vicenda Sofri.
    Dunque, estraendo i fatti dal contesto in cui sono avvenuti, riducendoli a mera cronaca, il tuo ragionamento non fa una piega. Tuttavia mi pongo dall'altra parte per una serie di motivi che ora, finalmente, ti spiegherò.
    Il primo di questi è il fatto che non ho - fortunatamente - vissuto in quegli anni. La morte di Calabresi si pone in un contesto torbido, ma talmente torbido che mi suona quasi ridicola l'idea di possedere un'opinione in merito. Troppa la confusione e l'attenzione rivolta a determinati soggetti. Il troppo stropia e a me, personalmente, pare che si sia focalizzato un bersaglio per celare il contorno. Una scenografia che, a parer mio, sarà difficile comunque ricostruire. Morti Spadolini, Fanfani e tutta quella cricca che non collocherei neppure tra la "prima repubblica", rimangono solo Andreotti e Cossiga, i quali -ripeto, a parer mio- sono forse gli unici in grado di ricostruire la vicenda dall'inizio. Troppo facile cogliere un solo atto della commedia. Detto questo, qualsiasi giudizio ne nasce viziato, comunque. E, partendo dal principio che nessuno è colpevole fino a prova contraria, principio non da poco sul quale poggia il potere giudiziario, sono a non considerare valido un giudizio di colpevolezza su Sofri.
    C'è dell'altro, ovviamente. Per una che ragiona di panza quale la sottoscritta, pare assurdo archiviare tutto a mezzo capro espiatorio e l'accanimento contro una persona da parte di un politico che usa il ricatto come arma giuridica è una prassi che mi ripugna. Su questa vicenda il terzo potere è sprofondato fino a raggiungere i mezzi inquisitori medievali. Me ne dissocio.

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  5. Il post lo ha scritto Rael. :)

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  6. Si Franci, mi ricordo che tempo fa anche tu facesti un post in merito. E la pensavamo in modo diamentralmente opposto.

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  7. Per utente anonimo: Caro amico (permettimi di chiamarti così anche se non ho ancora avuto il piacere di conoscerti più approfonditamente) credo, in tutta onestà, che il tuo disappunto per il comportamento di Baldoni ....ora crea problemi a tutt'Italia.... sia dato più da un movente ideologico che logico. Io intendevo solo dire che mentre una persona rischia la vita ci si dovrebbe astenere dal fare del sarcasmo. A vicenda conclusa ognuno farà le considerazioni che ritiene più opportune. Vorrei che mi spiegaste perchè c'è stato un differente approccio agli altri quattro ex sequestrati che, siamo sinceri, sono andati anche loro in Iraq da sprovveduti e anche loro per guadagnare qualche cosa. Io no sò se Baldoni ha fatto quello che ha fatto solo per motivi ideologici ma di fronte alla possibilità che venga ucciso la cosa non mi riguarda. Io credo che molta gente, per onestà intellettuale, non dovrebbeguardare le cose a senso unico. Ti ringrazio per la pazienza e spero di avere, in futuro ancora occasione di confrontare il mio pensiero con il tuo. Un abbraccione da Barba

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  8. La vicenda e' conclusa....Baldoni e' morto....e' l'unica cosa che conta...penso che chi ha fatto sarcasmo......"prima"....forse non dormira' cosi' beato...almeno glielo auguro. Certe prese di posizione sono semplicemente cattive. Io sono stanco di baruffe, di posizioni politiche. Ma perche' semplicemente non guardiamo le cose per quello che sono....per quello che sentiamo...senza farci influenzare. Vabbe'.....buona giornata a tutti. Ciao Clio....un bacio. Andrea

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  9. Rispondo a Barba :
    Certo che sono ragioni ideologiche, non lo conosco, ma ho visto il suo percorso... ma so che non mi interessa il "pacifismo" di chi si fa fotografare col kalashmikoff in mano, e fa un appello con l'aria tranquilla come chi sa di esser amico degli iracheni e nemico degli americani, e non sa che esser amico di fanatici assassini significa scavarsi cmq la fossa e rischiare di danneggiare il proprio paese che si è rinnegato per aiutare degli assassini.
    Inoltre metterei delle grosse differenze tra chi, militare professionista, tra i primi sequestrati, quindi non ingenuamente ma a causa dell'effetto sorpresa cercato nei primi sequestri, muore cercando di scoprirsi il volto e dichiarando 'ora vi faccio vedere come muore un italiano' e questa morte.
    Ha un altro significato, certo il valore è sempre lo stesso, sono 2 vite umane e il lutto rimane comunque.
    Non mi interessa il magma mentale nullificante di chi pensa che solo perchè sgambettiamo su questa terra siamo tutti uguali.
    C'è chi va in una direzione e chi in un'altra.
    Una porta all'onore, allo sviluppo del nostro paese, alla cattura di Osama e alla sconfitta del terrorismo con ogni mezzo necessario, l'altra porta confusione, arricchimento personale di nullafacenti che aiutano i terroristi, e in pochi casi alla loro morte.

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  10. Paolo-di-Lautreamont29 agosto 2004 alle ore 17:02

    Su Sofri. Giurerei che non c'entra niente con Calabresi, a parte ciò che ai tempi scrisse su Lotta Continua. Ma un conto sono le parole altro i fatti, almeno sembra, il problema è non finire in galera per le parole, tipo URSS. Del resto ai tempi ero in LC e devo a loro la possibilità di aver potuto immaginare una politica non di vertice e non di fede cieca. Il loro virulento verbalismo ha salvato molta gente dalla deriva verso scelte più violente. Sbagliavano, ma con innocenza, a differenza delle altre sinistre leniniste. Un altro atout a favore di Sofri è la dignità con la quale affronta una condanna ingiusta -secondo me e lui-. Insomma: guardiamo Battisti e la sua reazione! Guardiamo Toni Negri! Questo uomo ha dignità, e non è poco di questi tempi. Se pensiamo che ormai quasi tutti i brigatisti sono in libertà, il caso Sofri è allucinante. Con Endor concordo nel dire che i primi a volerlo tenere in carcere e ad averlo incarcerato sono i sinistrati che non perdonano mai chi "tradisce" la loro Causa. Ragione di più per stare con Ferrara più che con Belpietro nell'atteggiamento da tenere... Noi siamo "liberali" e tolleranti, e crediamo che sia lo stato a dover dimostrare la colpa, e non il cittadino la sua innocenza. Crediamo in una giustizia alla americana e non alla amatriciana...

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