giovedì 1 aprile 2004

Rendersi conto che s...

Rendersi conto che sono solo umani, con pregi e difetti, che non possiedono la chiave dell'assoluta verità, che non mi possono proteggere per sempre. Che sono vecchi e che devo essere io ora a sostenere loro, a guidarli, ad aiutarli, che sono io a dover avere pazienza. Io che non ho pazienza. Sono io ora che devo aspettare nel corridoio di un ospedale, o in uno studio medico o devo entrare anch'io e parlare con i medici e ricordare i nomi delle medicine. Che devo ascoltare, che devo far finta di non sentire per l'ennesima volta la stessa cosa, lo stesso discorso, le stesse raccomandazioni. Entrambi ora girano la boa degli 80. Sono tanti e sono pochi. Quando la sera arrivo a casa e prima di parcheggiare fare finta di non vedere la tendina dietro la finestra che si scosta e mia madre che aspetta. Io che porto notizie dal mondo, io che stanca l'unica cosa che vorrei fare è andare a casa mia e immergermi nella vasca bollente e dimenticare l'ufficio. Io che con i miei egoismi e i miei sensi di colpa devo misurare il tempo, e loro che devono sopportare il tempo, farlo passare e sperare che la notte passi in fretta, che le tenebre se ne vadano e che una nuova giornata cominci. Io che sono terrorizzata dagli squilli del telefono la sera... Io che aspetto e che prima o poi toccherà anche a me dover ricevere quella telefonata. Io che ultimamente faccio troppi brutti pensieri. Io che vorrei godermeli e poi invece vorrei solo fuggire da quella casa, perchè non sono più invincibili, non sono più forti, non sono più indipendenti. Io che forse mi specchio in quella solitudine, nella vecchiaia, nella malattia. E la temo. Cavoli se ne ho paura.

12 commenti:

  1. Pareggia tutti i conti con loro, non lasciare niente in sospeso, passerà un po' di paura. Ti mando la solita condivisione e un bacio

    RispondiElimina
  2. In loro vediamo noi...non ci si puo' fare niente. Gli anni si accumulano sulle spalle ma non sempe nell'animo. A volte penso che mia madre non si renda conto di avere quasi 70 anni. La vedo come la vedevo quando ero piccolo. perche' non ti accorgi dell'invecchiamento se lo vedi progredire giorno per giorno. Poi prendi in mano una vecchia fotografia, ed il tempo ti precipita addosso doloroso. Si puo' sorridere sui tempi andati, ma e' sempre un sorriso amaro...e ti senti perso...e la paura cresce. Io ho il terrore di invecchiare...ma penso che dovro' farmene una ragione...o trovare la fontana di Lorena. Un bacio.....Andrea

    RispondiElimina
  3. mancano 13 giorni alla partenza... mni sento sempre più strano.. soprattutto perché mi sarà difficile mandare avanti il blog... ce la farò? spero di si perché è il mezzo che mi aiuta di più a comunicare con i miei amici... bacio ethan

    RispondiElimina
  4. Vivo con la nonna a casa... è lei che mi ha cresciuto è lei il punto di riferimento è sempre stata lei tutto. Eccome ci litigo e discuto ancora adesso... eppure non potrei immaginare una vita senza di lei..... e quando succederà? Non vi posso e non ci voglio pensare. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  5. La vecchiaia uno se la prepara da giovane, diceva mia nonna. Trova e coltiva degl interessi, e non sarai mai solo. Sii sereno, e non ti lasceranno mai solo. Tu hai paura della vecchiaia? Io quando non ci saranno più i miei sarò completamente sola, senza compagno e senza figli, ed ho già dato istruzioni per i miei libri e i dvd, le cose mobili a cui tengo di più, e che finiranno il biblioteca. La casa, la mia bella casa..... è un cruccio, ma ho fiducia nella vita e troverà qualche d'uno che la amerà come la amo io.... ma il resto, cara Clio, è nelle mie mani, e costruisco oggi quello che godrò domani.... sopratutto la pace e la serenità !! Un abbraccio, e non pensare a queste cose in questo modo. C'è anche molto altro, che spesso nel dolore sfugge !! Smack Luna

    RispondiElimina
  6. c'è stato un tempo in cui ogni volta che sentivo un'ambulanza prendevo lo scooter e correvo là, a vedere se era successo qualcosa. poi una volta ero appena tornata dall'ufficio ed ero morta, la sirena era più forte, le gambe mi tremavano, la corsa a rotta di collo, l'ambulanza che si fermava proprio sotto al loro portone urlando e io paralizzata in mezzo alla strada ripetevo il mio mantra "losapevolosapevolosapevo". ho guardato in alto ed erano lì: affacciati insieme dal quinto piano che guardavano il loro vicino caricato sulla barella...
    non ho neanche avuto la forza di scendere. le gambe di piombo. sono ripartita e ho pianto.
    poi, quando se n'è andato la paura è passata. è meglio il dolore che attraversi di quello che aspetti...

    RispondiElimina
  7. Sei bella quando ti metti a nudo. I tuoi pensieri, le tue paure, le tue debolezze... ti fanno grande. Anche se ti vedi piccola. Fai bene a non fuggire, stai facendo la cosa giusta, anche se ti da tanta pena. Un abbraccio. MD

    RispondiElimina
  8. Grazie... io mi sento egoista :(

    RispondiElimina
  9. confesso, mi è scappata una lacrima...

    RispondiElimina
  10. una n e meglio di una m... in alcuni casi... sorridi alla vita e vedrai quante carezze velate s'avvicineranno al tuo cuore... un saluto ed un bacio ethan

    RispondiElimina
  11. Ciao Clio.. grazie del passaggio, e grazie soprattutto di questo post: la prima cosa che ho trovato qui, l'ho letta, e mi è sembrata la verbalizzazione efficace di una sensazione che ho provato tante volte. Non ancora per i miei genitori, che abbastanza sono giovani, ma verso i miei nonni.. e sai, la mia vecchiaia mi spaventa ancora tanto meno della loro.

    RispondiElimina
  12. hai ragione ndor, i figli diventano genitori ad un certo punto e sta a loro preoccuparsi...è il ciclo umano, no?
    OT: qualcosa di vero c'è:)
    buona giornata, un abbraccio...sabry

    RispondiElimina